Contributo di Raffaele Didonna
E verrai al Ghetto Pista e troverai l’Uomo
tra spighe danzanti e pomodori macchiati di rosso
tra nuvole bruciate e un muro dopo un fosso.
Lì, dove l’ala falciava l’aria.
Lì, troverai una pista di persone
alla ricerca di una giustizia ancora troppo sommaria.
E verrai al Ghetto Pista e troverai l’Uomo.
Un nome, una vita, un odore, una pelle,
sudore, cicatrici e occhi come stelle.
Chi sorseggia un po’ di gioia, chi è ubriaco di paura,
chi si distrae con del rap, chi ha avuto una sventura.
E verrai al Ghetto Pista e troverai l’Uomo.
Montagne di biciclette e della latta da montare,
qualche antenna e un fuoco per una vita che deve continuare.
E poi il mercato dove si baratta un caffè per una sigaretta,
anche lì la vita corre di fretta.
E verrai al Ghetto Pista e troverai l’Uomo.
Né odio né ombra di rancore,
ma tanta volontà, nonostante quella velata delusione
per questo nostro Stato che non li chiama neppure per nome.
E verrai al Ghetto Pista e troverai l’Uomo.
L’Uomo che si arrabbia, l’Uomo che si innamora,
l’Uomo che si nasconde, l’Uomo che lavora,
l’Uomo che sogna, l’Uomo che una nuova vita colora.